ISKO Italia. Documenti

Classificare la documentazione locale
Giornata di studio
San Giorgio di Nogaro (UD) : 17 dicembre 2005

Classificazione a livelli per una bibliografia web di cultura locale

Claudio Gnoli

"Dal lato occidentale delle cose
m'incanto, mi disincanto..."

(Labile / Ivano Fossati)

Universale vs. locale

L'ultimo congresso internazionale dell'ISKO, tenutosi l'anno scorso a Londra, era intitolato "L'organizzazione della conoscenza e la società dell'informazione globale", e negli ultimi anni l'idea di globale ricorre spesso nei titoli del nostro settore. Attorno agli anni Settanta era più in voga un altro termine, universale, che del resto è parte del nome stesso della CDU: si guardava con molto interesse alle possibilità di uno schema di classificazione universale, che si trattasse della CDU, della Dewey, della nuova Bliss a faccette di Jack Mills, del Broad system of ordering di Eric Coates, dello Universal system di Ejnar Wåhlin o dell'Information coding classification di Ingetraut Dahlberg.

Oggi l'universalismo è visto da alcuni come una chimera, e il globale sembra piuttosto essere fatto di molti locali, che occorre collegare e far dialogare fra loro, più che costringerli entro le regole generali di un sistema unico. Un esempio lampante è stato fornito a Londra da Barbara Kwasnik [2004]: i curatori della versione coreana della Dewey hanno sentito come indispensabile che tra le suddivisioni di primo livello delle arti (700) ci fosse la calligrafia, che per i colleghi occidentali è altrimenti relegata ad un numero a molte cifre! Del resto, negli schemi di classificazione di maggior successo risultano evidenti anche al nostro occhio occidentale alcuni americocentrismi: la classificazione della Library of Congress propone come classi principali Scienze militari e Scienze navali, che, aldilà di considerazioni ideologiche, difficilmente risulterebbero utili a una biblioteca svizzera...

Un altro bell'intervento a Londra, purtroppo non consegnato in tempo per essere pubblicato negli atti, è arrivato da Michael Preuss dell'Università di Colonia, curatore dell'edizione tedesca della Dewey, ed era intitolato "Locality and information". Nel testo distribuito sul posto, Preuss dice:

"i sistemi di classificazione universali sono strumenti preziosi per l'organizzazione della conoscenza. Devono tuttavia fare i conti con il problema della conoscenza locale, conservando tutti i vantaggi delle classificazioni universali (internazionalità, interoperabilità) e adattandoli agli specifici contesti o ambienti della conoscenza locale. [...] L'integrazione di tutti questi diversi punti di vista, o strati di conoscenza locale, nell'albero universale della classificazione stimolerebbe un approccio più sperimentale e più transdisciplinare alla scoperta di conoscenza, offrendo uno strumento per fertilizzare reciprocamente approcci all'organizzazione della conoscenza che apparivano come incommensurabili. Un modo di intraprendere questa integrazione potrebbe essere adattare gli strumenti di classificazione e recupero in modo da riflettere la prospettiva e la garanzia dei punti di vista [viewpoint warrant], dove la soggiacente classificazione universale funzioni solamente come una scatola nera, un motore universale per mod locali, come si direbbe nel linguaggio dei videogiochi sparatutto in prima persona."

(La Wikipedia mi ha chiarito che "sparatutto in prima persona (in inglese first person shooter, della categoria shoot 'em up, dal verbo "sparare") è il termine adottato per indicare i videogiochi dove lo scopo principale è quello di affrontare livelli ambientati in esterni o interni con la visuale di gioco che simula la vista del personaggio principale (in prima persona). Normalmente in un videogioco di questo genere dal basso del campo visivo è possibile vedere estendersi (in prospettiva) la propria arma". Esiste cioè un'ambientazione generale comune a tutti i giocatori, ma la sua visualizzazione cambia a seconda del ruolo che il giocatore sceglie di impersonare.)

Tra le due esigenze, di uniformità e di riconoscimento delle particolarità, sembra dunque esserci una tensione perenne. Come far coesistere le diverse situazioni locali con le esigenze di standardizzazione della comunicazione su scala planetaria? Il problema è d'attualità anche nel Web semantico, dove si punta a far dialogare fra loro gli schemi delle "ontologie" particolari depositate su un proprio server da ciascun gruppo di ricerca, per ricavarne informazioni integrate a un livello più generale.

La soluzione di Ranganathan

Ma se, resistendo a farci prendere dalla frenesia tecnologica del nuovo, consultiamo la letteratura sulla classificazione anche qualche pagina più indietro, troviamo che uno dei nostri padri spirituali si è già posto il problema e offre delle soluzioni:

"Una biblioteca può essere specializzata in un particolare soggetto -- supponiamo, pneumatici per biciclette, prospezioni geologiche per l'oro, prodotti alimentari, filatura del cotone, costituzione indiana, vertenze dei lavoratori, sussidi per carestie, o diritto delle imposte sul reddito. Chiamiamola la classe ospite preferita della biblioteca. La biblioteca è destinata ad avere anche libri riguardanti altri soggetti; ma sarà un vantaggio dare la priorità ai documenti riguardanti la classe ospite preferita e le sue sottoclassi, sia nella disposizione sugli scaffali che nel catalogo. Nella CC, questo è garantito dalla sostituzione del numero di classe della classe ospite preferita con la cifra 0. Il valore ordinale della cifra 0 è fissato dalle regole come inferiore a quello di a, la più piccola delle cifre semanticamente ricche. Così sono garantite per la classe ospite preferita e le sue sottoclassi le primissime posizioni.

Fra l'altro, le svariate cifre del numero di classe ordinario della classe ospite preferita sono sostituite da una singola cifra. Questa abbreviazione del numero di classe dei documenti riguardanti il soggetto in cui la biblioteca è specializzata giunge gradita. È di grande aiuto per elenchi di documentazione che copra un campo molto specializzato di estensione limitata. La CC è praticamente il primo schema a mostrare tale rispetto per il canone di variazione locale." [Ranganathan 1967]

Il simbolo 0 ha quindi nella Colon un significato variabile, a seconda della definizione fornita nel contesto locale in cui è impiegato. La Colon prevede anche simboli simili di significato specificamente geografico: 2 per la "madrepatria", che per le biblioteche con cui lavorava Ranganathan era ad esempio l'India mentre per le nostre sarebbe l'Italia, e 3 per la "nazione preferita", cioè quella su cui la biblioteca possiede più libri, ad esempio la Gran Bretagna per una biblioteca indiana e magari l'Austria per una biblioteca friulana; e ancora simboli per la lingua preferita e per il sistema filosofico preferito.

Usando un termine linguistico, potremmo chiamare questi simboli dei deittici, ossia dei termini come questo e domani, che indicano non una classe generale astratta, ma un oggetto che è presente o sta in una certa relazione con il presente, la cui identità dipende appunto dal contesto ("questo" è il frigorifero di casa mia o il fiume Tagliamento a seconda di dove sta puntando il mio dito, "domani" è il 18 dicembre 2005 oppure un altro giorno a seconda di quando lo dico).

La classificazione a livelli di integrazione

Il concetto di variazione locale verrà ripreso tra poco da Gatto, che conosce Ranganathan più a fondo di me. Io intanto voglio richiamarmi anche al lavoro di altri padri moderni della classificazione, ossia i membri del Classification research group (CRG).

Costoro negli anni Sessanta studiarono la possibilità di un nuovo schema di classificazione generale, per il quale proposero di abbandonare le tradizionali suddivisioni disciplinari, che in vari casi si rivelano restrittive, basandosi invece direttamente su uno schema ordinato dei fenomeni reali che sono oggetto della conoscenza. Invece che di matematica, biologia e sociologia, quindi, si sarebbe parlato di numeri, di organismi e di società. Foskett mostrò come i fenomeni possono essere disposti in una successione coerente di livelli di integrazione, partendo da quelli più elementari e giungendo man mano a quelli più complessi, fondati su quelli precedenti per combinazione dei loro elementi, ma al contempo dotati di nuove proprietà emergenti [Foskett 1961, Austin 1969]:

A sistemi generali
B energia e fenomeni
     B1 forza
     B2 gravità
     B3 suono
     B4 calore
     B5 energia elettrica
     B6 particelle elementari
C materia
     C2 sistemi di particelle integrate [es. atomi]
     C3 stati molecolari
     C6 elementi
     C7 composti
D sistemi minerali
E sistemi di supporto alla vita
G universo astronomico

sistemi geocentrati:
H Terra come ambiente
J atmosfera
K idrosfera
L geosfera
M sistemi viventi geocentrati
N virus
Q piante
R animali
S uomo

Le classi preferite antropocentriche

Nel delineare i livelli di integrazione, gli stessi autori del CRG si resero conto di alcune questioni critiche [Gnoli & Poli 2004]. Una è che la disposizione in una sequenza lineare è in realtà una semplificazione: per esempio, gli animali non sono fatti di piante... Nell'albero evolutivo dei fenomeni si può identificare almeno una grossa ramificazione, quella fra livelli inorganici, come i minerali e le rocce, e livelli organici, come le piante, gli animali e le società da essi formate. La questione perciò è quale sia il modo migliore per rappresentare in forma lineare una realtà ramificata se non addirittura reticolare [Gnoli & Doldi 2005].

Un altro aspetto, che in questa sede è più interessante, è il fatto che alcuni livelli sono in realtà "geocentred", per esprimersi nei termini dello schema del CRG. In altre parole, finché parliamo di energia, di materia, di minerali (ossia dei livelli di integrazione inferiori), i fenomeni rappresentati dallo schema esistono come tali in ogni parte dell'universo; quando però passiamo a trattare della deriva dei continenti, o del metabolismo della cellula, o della demografia delle popolazioni, ci stiamo chiaramente riferendo a fenomeni che sono noti alla nostra conoscenza nel solo esempio realizzato sulla Terra. Certo, non è escluso che il progresso delle scienze ci permetterà di generalizzarne qualcuno, per esempio di sviluppare una teoria delle atmosfere dei pianeti in genere, o di trovare e studiare forme di vita extraterrestre: è solo di una decina d'anni fa la prima osservazione di pianeti in sistemi solari diversi dal nostro. Ma i concetti e la terminologia di molti dominii, come sono presenti negli schemi di organizzazione della conoscenza, fanno sostanzialmente riferimento alla conoscenza della Terra e delle attività dell'uomo. I livelli di integrazione superiori degli schemi di classificazione sono inevitabilmente antropocentrici. Questo si riflette ovviamente sull'impostazione delle loro classi, o sulla loro sequenza: è abbastanza naturale che, trattando dei pianeti, vengano citati per primi la Terra e quelli ad essa adiacenti.

Questo è un altro tipo di localismo, che possiamo distinguere da quello della classe ospite preferita, in quanto mentre quest'ultima è destinata per sua natura a cambiare a seconda delle biblioteche, le classi preferite "antropocentriche" vanno bene in linea di massima a tutte le biblioteche del mondo, a meno che non esistano biblioteche extraterrestri. Ecco alcuni fenomeni, elencati in ordine crescente di livello, e le corrispondenti classi antropocentriche preferite:

periodi di tempo
     Olocene (ultimi 10mila anni)
     altri: Big bang, Precambriano, Paleozoico...

liquidi
     acqua
     altri: mercurio, lava...

stelle
     Sole
     altre: Sirio, HD 45348...

pianeti
     Terra
     altri: Nettuno, pianeti extrasolari...

satelliti
     Luna
     altri: Titano, Europa...

galassie
     Via Lattea
     Andromeda II, NGC 2537...

regioni territoriali
     regioni e continenti della Terra contemporanea
     altre: Pangea, Gondwana, Bacino oceanico ligure-piemontese...

montagne
     catene recenti: Alpi, Himalaya, ...
     altre: catena caledoniana, catene oggi erose

organismi
     uomo
     altri: trifoglio, scolopendra...

mammiferi carnivori
     cane
     altri: genetta, procione...

società di organismi
     società umane
     altre: termitai, colonie di gabbiani...

stati nazionali
     stati della storia contemporanea: Italia, Slovenia...
     altri: Ducato di Parma e Piacenza, Repubblica democratica tedesca...

Nella maggior parte degli schemi di classificazione, queste preferenze sono implicite, e non sono espresse in modo particolare, sebbene di solito le classi preferite per comodità precedano le altre. In uno schema basato sui livelli di integrazione che si sforzi di essere obiettivo, invece, il concetto di stella può essere più generale di quello di Sole, e il Sole essere espresso come "la stella preferita".

La sperimentazione

Con l'esaurirsi dei finanziamenti, le ricerche del CRG non portarono a completamento lo schema di classificazione a livelli che avevano delineato, ma rimangono molto interessanti per il loro approccio innovativo. Così in ISKO Italia abbiamo pensato di sperimentare le tecniche da loro proposte, applicandole a qualche esempio concreto di dati bibliografici. Naturalmente abbiamo bisogno di lavorare con dei campioni di dimensioni limitate (qualche centinaio di documenti) in modo da poterci concentrare sugli aspetti che ci interessa sperimentare, e senza avere a disposizione uno schema di classificazione completo e dettagliato quanto lo sono la Dewey o la Bliss. Alla mancanza di dettaglio, comunque, in parte sopperiscono le tecniche di combinazione dei concetti elementari, e in parte facciamo fronte costruendoci le classi che ci servono in base ai principi dei livelli di integrazione e delle faccette libere già delineati dal CRG.

Il progetto, chiamato Integrative level classification, coinvolge diverse persone oltre a me. Con la matematica Viviana Doldi riflettiamo sulle possibili modellizzazioni degli alberi di classificazione, a cui ho accennato prima. L'informatico Gabriele Merli ci aiuta per la gestione della base-dati tramite il DBMS MySQL installato sul server del Dipartimento di Matematica dell'Università di Pavia; nonché per realizzare delle interfacce web per la ricerca e la visualizzazione dei risultati, mediante degli script PHP inseriti nelle pagine web. In questo modo le applicazioni sperimentali, per quanto imperfette e ancora da sviluppare in vari aspetti, possono essere provate da chiunque attraverso Internet.

Ci sono poi i collaboratori che si interessano di alimentare e classificare i diversi repertori bibliografici di prova, dei quali attualmente due sono effettivamente funzionanti e consultabili in rete. Uno ha per oggetto la stessa indicizzazione a faccette, ed è curato da Hong Mei, dottoranda in scienze dell'informazione all'università giapponese Tohoku [Gnoli & Hong in prep.]. L'altro repertorio, che ci interessa oggi, ha invece per oggetto un'area dell'Appennino a cavallo tra le province di Pavia, Alessandria, Piacenza e Genova, trattata sia nei suoi aspetti culturali -- con particolare riferimento alle tradizioni popolari -- che in quelli sociali e naturalistici. In quest'ultimo caso, quindi, sono chiamati in causa numerosi livelli di integrazione diversi, espressi con simboli anche assai generali come K "rocce", Mq "animali, fauna", R "linguaggio", Xi "musica", ma tutti riferiti ad un particolare contesto locale. Questo repertorio funge da bibliografia di un sito web dedicato all'area in questione, ma con Cristina Parodi stiamo ipotizzando di ottenerne anche un vero e proprio opac della sezione locale della Biblioteca comunale "T.O. De Negri" di Casella, un paese appartenente al territorio in questione.

L'uso della classe preferita

Lo schema a livelli e l'interfaccia sono già stati descritti in un articolo [Gnoli & Merli 2005]. Qui concentriamoci sulle particolarità legate al contesto locale. Chiaramente la nozione geografica di "valli delle Quattro Province" (l'espressione con cui è individuato questo territorio), o le sue sottoclassi come "valle Staffora" e "val Trebbia", ricorrono nel soggetto di moltissimi documenti, anzi sono il criterio stesso per la loro inclusione nella bibliografia. In uno schema universale, la sua espressione richiederebbe un simbolo molto specifico, costituito da un grande numero di caratteri: poiché non abbiamo uno schema così dettagliato non saprei neppure specificare questa classe in modo esatto, ma grossomodo la sua gerarchia (catena) potrebbe essere qualcosa come "territorio geografico [della Terra contemporanea]. Eurasia. Penisola italiana. Appennino. Appennino ligure-pavese". In concreto, noi semplicemente postuliamo che questa entità sia la nostra classe preferita, e la rappresentiamo con un apposito simbolo di un solo carattere, @. Esso equivale allo 0 della Classificazione Colon, è la classe ospite preferita: nel contesto di questa bibliografia @ significa "valli delle Quattro Province", mentre nel contesto dell'altra bibliografia sperimentale lo stesso @ significa invece "sistemi per l'indicizzazione semantica".

La scelta del simbolo (nella versione originaria era 9, ma è diventato @ [e successivamente 98] in seguito a qualche risistemazione della notazione) non è casuale, come non lo era in Ranganathan: in entrambi i casi esso deve risultare ordinato prima di tutte le altre classi. Nell'ambiente digitale l'ordinamento è prodotto automaticamente, e (a meno che un apposito programma istruisca diversamente il sistema) seguirà la successione dei codici binari corrispondenti ai 128 caratteri dello standard ASCII a 7 bit [es. Basement 2003]. Nello standard, @ viene prima delle lettere alfabetiche, ma dopo le cifre (che sono invece destinate ad indicare le faccette). Le classi principali quindi diventano:

@ valli delle Quattro Province
B energia
C tempo e spazio
K rocce
M organismi
R linguaggio
ecc.

Come le altre classi, anche @ può avere delle suddivisioni, che rappresenteranno le parti del territorio, sempre procedendo per valli e loro bacini idrografici: essendo ad esempio il Borbera affluente dello Scrivia e l'Aveto del Trebbia,

@ valli delle Quattro Province
         @b valle Scrivia
                  @bk val Borbera
         @d val Curone
         @f valle Staffora
         @r val Tidone
         @t val Trebbia
                  @tn val d'Aveto

Queste classi e sottoclassi preferite vengono quindi combinate con quelle dello schema generale, con la tecnica detta da Gardin classificazione libera:

@f      valle Staffora
K       rocce : [Quattro Province]
K @f    rocce : valle Staffora
R @f    dialetti : valle Staffora
Ul      paesi : [Quattro Province]
Y       cultura : [Quattro Province]
Y Ul @f cultura : paesi : valle Staffora

Si noti che, in base a un principio già individuato dal CRG e analogo all'inversione degli schemi a faccette, all'interno di ogni soggetto i concetti componenti vengono disposti nella sequenza inversa a quella generale dello schema. E poiché nello schema le sottoclassi di @ figurano all'inizio, quando esse concorrono a formare un soggetto complesso vengono espresse per ultime. Ai fini dell'ordinamento esse sono cioè considerate meno significative, in quanto apportano relativamente meno informazione, essendo le Quattro Province già il contesto predefinito sottinteso all'intero schema. Ciò non impedisce che, nel caso di una richiesta di tutti i documenti riguardanti in qualche modo la valle Staffora, i documenti corrispondenti vengano comunque recuperati, mediante l'estrazione del frammento di notazione @f [Gnoli & Merli 2005].

Il progetto ILC prevede un simbolo anche per le classi antropocentriche preferite, che attualmente è ^ [successivamente 99]:

Ie  stelle
Ie^ Sole

Ig  pianeti
Ig^ Terra

M   organismi
M^  uomo

L'ultima parola a Giacumin di Vobbia

Il progetto ILC necessita ancora di molti sviluppi: le bibliografie dovrebbero essere arricchite, la classificazione di vari documenti affinata, la notazione integrata con l'uso di faccette. Un'altra sperimentazione è allo studio da parte di Marcella Patania, con lo scopo di classificare monografie dedicate all'innovazione tecnologica e industriale possedute dalla Biblioteca del Dipartimento di Economia dell'Università di Torino; in quest'ultimo caso, avendo constatato che i contenuti sono di livello piuttosto generale, pensiamo che non sarà necessario definire una particolare classe preferita. Compatibilmente con il tempo che avremo a disposizione, ci auguriamo di poter riportare in futuro nuovi risultati.

Concluderei con qualche riflessione di un fine studioso della cultura delle Quattro Province, Massimo Angelini, che ci richiama come il punto di vista locale possa essere molto diverso da quello degli standard internazionali, non solo geograficamente, ma anche per la rilevanza intrinsecamente diversa che le cose assumono agli occhi di chi appartiene al mondo rurale: un ulteriore stimolo a cercare modi efficaci di far coesistere universale e locale.

"Gli stessi sistemi popolari di classificazione delle varietà [di piante coltivate] hanno un'efficacia descrittiva diversa, ma al suo interno non meno rigorosa, dal sistema binario introdotto da Linneo: importante è definire, e non confondere, gli strumenti e i livelli di osservazione: il mondo che vediamo con gli occhi è profondamente diverso da quello che possiamo vedere attraverso il microscopio (con il quale si può riconoscere una cellula, ma non un viso) e non per questo la nostra descrizione del mondo sarà meno vera o più illusoria. [...] Scegliere un sistema piuttosto che un altro non dipende tanto dalla sua adattabilità a ciò che percepiamo (è più facile dire di un pipistrello che "vola", piuttosto che "è un mammifero"), ma dalla sua capacità di descriverlo in modo coerente e, se possibile, senza ambiguità." [Angelini 2001].

"Il riconoscimento di una varietà locale chiede cautela, non solo perché diversi nomi locali possono riferirsi alla medesima varietà, ma anche, al contrario, perché varietà differenti sono chiamate con il medesimo nome. Per Giacumin di Vobbia le stesse quarantine coltivate a Croce, Péntema e Montoggio, paesi a pochi chilometri l'uno dall'altro, sono varietà del tutto diverse che lui chiama con nomi diversi, e non so come faccia ma lui le distingue! Per la Rina di Montefreddo le quarantine e le prugnone sono la stessa varietà di patata, e non serve farle notare che la buccia e il fiore sono di colore diverso: lei concede che, sì, è vero ma poi ribadisce che "sun a meexima cosa" (sono la stessa cosa) e senza distinguerle le chiama con lo stesso nome. Le classificazioni popolari non sono quelle della scienza, ma di queste non sono né meno vere né meno rigorose, se grazie a loro la gente riesce a orientarsi utilmente. Giacumin e la Rina hanno ragione come Linneo." [Angelini 2005]

Riferimenti bibliografici

Angelini 2001: Luoghi, linguaggi e forma della comunità : per una ricerca sulle comunità rurali della Montagna genovese / Massimo Angelini ; Rossana Monti ; "Comunità montana Alta val Bormida" : Millesimo (SV) = Miscellanea. 2001. p 133-144 || = (Dove comincia l'Appennino) -- <http://www.appennino4p.it/luoghi.htm> : 2005-

Angelini 2005: Varietà tradizionali, prodotti locali ed esperienze / Massimo Angelini = L'ecologist italiano. 1: 2005. 3. p 230-275

Austin 1969: Prospects for a new general classification / Derek Austin = Journal of librarianship. 1 : 1969. 3. p 149-169

Basement 2003: ASCII table (7-bit) = (Basement computing) -- University of Wisconsin. ?Institute of Neurophysiology : <http://www.neurophys.wisc.edu/www/comp/docs/ascii.html> : 2003-

Foskett 1961: Classification and integrative levels / Douglas J Foskett = The Sayers memorial volume : essays in librarianship in memory of William Charles Berwick Sayers. p 136-150 / DJ Foskett, BI Palmer for the Classification research group: London : ed' -- the Library association : London : 1961 » = Theory of subject analysis : a sourcebook. p 210-220 / Lois Mai Chan, Phyllis A Richmond, Elaine Svenonius : ed' -- Libraries unlimited : Littleton (Colorado) : 1985

Gnoli & Doldi 2005: Grafi e classificazione / Claudio Gnoli, Viviana Doldi = (Tavola rotonda sul Web semantico: sintesi e proposte : Prato : 2005.01.26) » p 11-14 (LIUC papers. 183 = Materiali bibliografici. 6 : 2005.12 -- Libera università Cattaneo : Castellanza) || (E-LIS) -- <http://eprints.rclis.org/archive/00003076/> : 2005.02.01-

Gnoli & Hong in prep.: Freely faceted classification for Web-based information retrieval / Claudio Gnoli, Hong Mei

Gnoli & Merli 2005: Notazione e interfaccia di ricerca per una classificazione a livelli / Claudio Gnoli, Gabriele Merli = AIDA informazioni. 23 : 2005. n 1-2. p 57-72

Gnoli & Poli 2004: Levels of reality and levels of representation / Claudio Gnoli, Roberto Poli = Knowledge organization. 31 : 2004. 3. p 151-160 ]] abstract

Kwasnik & Chun 2004: Translation of classifications: issues and solutions as exemplified in the Korean Decimal Classification / Barbara H Kwasnik, You-Lee Chun = p 193-198 (Knowledge organization and the global information society : proceedings of the Eight international ISKO conference : London : 13-16 July 2004 / Ia C McIlwaine : ed' = Advances in knowledge organization. 9)

Ranganathan 1967: Prolegomena to library classification. Sections DG34-35 / SR Ranganathan ; MA Gopinath : assistance -- SRELS : Bangalore : 1967

 


Classificazione a livelli per una bibliografia web di cultura locale / Claudio Gnoli = (Classificare la documentazione locale : giornata di studio : San Giorgio di Nogaro (UD) : 17 dicembre 2005) = (ISKO Italia. Documenti) -- <http://www.iskoi.org/doc/locale3.htm> : 2005.11.22 - 2006.12.13 -